Last Updated on 1 anno by Michele Valente
Siamo una famiglia bilingue
Ci presentiamo: siamo una famiglia bilingue non nativa, ovvero, parliamo ai nostri gemelli di 5 (quasi 6) anni l’italiano e l’inglese fin dalla nascita, anche se né io, né mio marito siamo madrelingua inglese. Perché? Perché no! Ho studiato e faticato anni tra libri e viaggi studio per essere in grado di parlare delle lingue straniere in modo fluente.
E se potessi risparmiare ai miei figli buona parte di questo lavoro? Da questa decisione è nato un blog, piccolicamaleonti.it, che da supporto, consigli, e una pacca sulla spalla a tutte le famiglie che decidono di approfittare dell’età del bilinguismo nei bambini, e crescere parlando due o più lingue.
Viaggi e bilinguismo
L’educazione bilingue non è una strada in discesa, richiede impegno e costanza, ma è anche piena di soddisfazioni. Alcune di queste soddisfazioni ci sono arrivate in occasione del nostro primo viaggio familiare in un paese di lingua anglosassone: la Scozia. Mettersi a confronto con persone madrelingua è molto importante per un bambino bilingue: le lingue servono a comunicare, confrontarsi, entrare in contatto.
Cominciare a rendersi conto che l’inglese non è solo la lingua “segreta” che si parla con la mamma, ma che è una chiave per entrare in contatto con un altro incredibile mondo, è fondamentale.
Programmare un viaggio in Scozia con due gemelli di 5 anni
Per alcuni una follia, per altri una cosa normale, per mio marito sicuramente un gran mal di testa: come organizzare un viaggio con due cinquenni senza che diventi una settimana da incubo? Dato che in Scozia ci sono un sacco di cose meravigliose da vedere, abbiamo deciso di non strapazzare troppo i ragazzi, per permettere a tutti di godersi la vacanza.
Inoltre, dato che il nostro scopo era anche verificare come se la sarebbero cavata i due monelli, nel nostro programma abbiamo inserito anche una visita a mio cugino, che vive in Scozia ed ha un bellissimo bambino dell’età dei nostri, e ad una famiglia di amici che si sono trasferiti ad Edimburgo per lavoro. Insomma, il cubo di Rubik è meno complicato!
Il nostro itinerario
Se si parla di Scozia è necessaria una premessa: non mi è mai capitato di trovare un paese più baby friendly di questo. Oltre ad una vastissima scelta di attrazioni pensate appositamente per i bambini (musei, itinerari, parchi), qualsiasi monumento che visiterete ha il suo percorso dedicato ai più piccoli, dalle audio guide alle aree didattiche.
Appena scesi dall’aereo capisco che siamo entrati nel giusto mood: mio figlio Giulio mi domanda come mai tutte le persone che parlano inglese sono venute ad abitare “in Scotland”. Non fa una piega! Siamo arrivati nel primo pomeriggio e abbiamo passato la prima sera ad Edimburgo: un hotel in centro e cena da Byron, tra i migliori burger in città (e un’attenzione speciale ai piccoli ospiti). Lasciamo Edimburgo una delle più belle capitali europee la mattina seguente: la visiteremo prima del rientro in Italia.
Prima tappa: Loch Katrine e la Great Trossachs Forest National Nature Reserve
Due notti all’interno del Parco Nazionale in un eco lodge sulle sponde del Loch Katrine: una escursione attorno al lago da fare a piedi o in bici, una gita sull’ultra centenaria Sir Walter Scott, l’originale battello a vapore che porta il nome del famoso romanziere scozzese.
La sera, nella nostra casetta di legno nel bosco, si raccontano leggende scozzesi di mostri marini, dai Kelpie a Nessie che abbiamo più volte intravisto nuotare nel lago: aspetteremo qualche anno a far sapere ai gemelli che non eravamo nemmeno a Loch Ness, per il momento ci godiamo i mostri e il pacchetto completo.
Nei Trossachs, una meravigliosa zona di laghi e foreste, uno dei Parchi nazionali più antichi della Scozia, avrete l’imbarazzo della scelta quanto ad alloggi. Dormire in una struttura all’interno del parco per i bambini però è la più entusiasmante delle avventure!
Seconda tappa: Stirling, i Kelpies e le chiuse di Falkirk
I castelli scozzesi sono un’attrazione imperdibile, abbiamo deciso di cominciare dal più famoso e meglio conservato, il castello di Stirling. A noi adulti è piaciuto moltissimo, ma i bambini ne sono stati entusiasti. Il castello ospita dei figuranti in costume che spiegano ai più piccoli le storie fantastiche legate alle varie stanze: fantasmi che salvano la Regina Maria Stuarda bambina, unicorni nascosti tra i quadri e le sculture, terribili incendi ed eventi misteriosi.
Non solo, la parte delle segrete è stata arredata con stanze interattive, strumenti musicali, nonché meravigliosi costumi d’epoca, anche in taglia bambinesca, con cui travestirsi. Eccomi quindi vestita da cortigiana con due paggetti al mio fianco! Non lontano da Stirling, proprio lungo l’autostrada, andiamo a visitare le incredibili chiuse di Falkirk, per una gita sull’incredibile ruota che solleva i battelli da un canale all’altro.
Per un picnic decisamente fuori dal comune, non lontano, andiamo ad ammirare le gigantesche sculture dei Kelpies: due enormi teste di cavallo in onore dei mitici mostri marini delle leggende scozzesi e dei cavalli che in passato tiravano i battelli lungo i canali.
Terza tappa: il Fife, i villaggi dei pescatori e il miglior fish and chips della Scozia
La Scozia vista dal mare. Un ottimo itinerario per una giornata all’insegna del divertimento è la strada costiera che va da Culross ad Anstruther: dopo aver visitato le piccole cittadine costiere è d’obbligo una pausa al miglior Fish&Chips della Scozia, all’Anstruther Fish Bar.
Sempre per la serie che gli scozzesi non si dimenticano mai dei bambini, è d’obbligo una visita al Museo della Pesca Scozzese: completamente interattivo, tutto da toccare e provare, tra cabine di battelli, reti da pesca, quiz e ricostruzioni storiche. Anche qui, divertimento assicurato.
Quarta ed ultima tappa: Edimburgo
Ultimi due giorni prima di tornare in Italia: Edimburgo con i bambini è uno spasso da non perdere. Non possiamo darvi conto di tutte le incredibili attrazioni che Edimburgo dedica ai bambini, perché molte ce le siamo tenute per la prossima visita. Noi per questa volta abbiamo deciso di prendercela comoda, di passare del tempo con i nostri amichetti che si sono trasferiti da poco nella capitale scozzese, e con il nostro cuginetto.
Abbiamo deciso di dedicare una mattinata al Palace of Holyroodhouse la residenza di Mary Stuart, la leggendaria regina scozzese, e alle incredibili vicissitudini della sua vita. Anche qui troverete una audio guida con cartoni animati e touch screen per i più piccoli, nonché una sala dei travestimenti. Un intero pomeriggio è stato dedicato invece a Dynamic Earth, un museo per bambini dedicato al pianeta terra prima dell’apparizione degli esseri umani.
Avventure 3D, veri e propri iceberg da toccare, dinosauri, eruzioni vulcaniche, terremoti, animali preistorici e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo lasciato per la prossima volta il museo d’arte, il castello, la visita dei luoghi infestati dai fantasmi in double decker bus, e una passeggiata all’Arthur’s Seat.
E l’inglese?
E imparare l’inglese in tutto questo cosa c’entra, mi direte? C’entra eccome. Questa è stata la prima volta che abbiamo potuto testare sul campo che sì, i due nani non capiscono solo quando parlo inglese io, ma anche quando lo parlano gli altri! Attaccano bottone con altri bambini ad ogni occasione, come farebbero in Italia, non percependo nessuna barriera linguistica.
Se immersi in un contesto linguistico inglese trovano naturale esprimersi in questa lingua anche con me. Insomma, primo obiettivo raggiunto! Prossima tappa: un centro estivo ad Edimburgo, con bambini scozzesi. Per loro terapia d’urto, per noi … una bella visita alla città con pausa d’obbligo nei migliori pub! Se volete sapere con quali libri abbiamo preparato i due monelli alla nostra vacanza scozzese leggete l’articolo sul blog di Piccoli Camaleonti.