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Cani da salvataggio: eroi invisibili
In questo articolo ti parleremo dei cani da salvataggio, gli eroi invisibili di cui nessuno parla mai. Abbiamo deciso di scrivere l’articolo subito dopo aver letto la notizia che vedeva protagonisti un Labrador ed un ragazzino di 6 anni che stava annegando in una spiaggia del Lazio.
Una storia che si è conclusa con un lieto fine grazie all’intervento tempestivo del cane da salvataggio insieme al suo conduttore.
E proprio per conoscere meglio il lavoro svolto da questi splendidi animali, abbiamo deciso di intervistare un esperto del settore, una persona che quotidianamente lavora insieme al suo cane pattugliando le spiagge toscane sempre pronto ad intervenire in ogni situazione di pericolo.
Alessandro Semplici è istruttore brevettato AiCS Cinofilia ed è l’attuale responsabile provinciale del settore cinofilia del Comitato Prov.le AiCS di Grosseto. Dal 2013 è istruttore e coordinatore delle unità cinofile da salvataggio della sezione follonichese della Società Naz.le Salvamento – Protezione Civile ed è brevettato come unità cinofila da salvataggio operativa dal 2009.
Autore di diversi libri sulla razza Terranova, è inoltre operatore in IAA (Pet Therapy) abilitato dal Ministero della Salute.
Ad Alessandro abbiamo posto alcune domande su come funzionano le unità cinofile da salvataggio.
Come si decide di diventare unità cinofila da salvataggio?
Solitamente avviene per puro caso. Chi ha un cucciolo di un cane con spiccate abilità acquatiche, decide di provare a frequentare il corso per il riliascio del brevetto operativo per unità cinofila da salvataggio in acqua. Se il cane è bravo e si ha passione per il soccorso in mare, allora il gioco è fatto!
Tu come hai cominciato?
Proprio come ho descritto poco fa… nel 2008 è arrivata in famiglia la nostra terranova Dafne, mi sono interessato ai corsi e ho cominciato quando lei aveva appena 3 mesi.
Da lì è cominciata la mia/nostra avventura. Dopo essermi brevettato con lei, ho frequentato vari corsi e stage di cinofilia fino a raggiungere il livello di istruttore .
Quanto dura l’addestramento dei cani da salvataggio e quali razze sono più indicate per il soccorso in mare?
Il corso base per prendere il brevetto dura circa 1 anno. Però poi, se si decide di svolgere il servizio di unità cinofila da salvataggio al servizio della comunità, è necessario allenarsi e addestrarsi sempre con continuità, anno dopo anno.
La coppia cane-conduttore infatti, grazie ad allenamenti costanti e mirati, sarà in grado di oerare nella massima efficienza e nei più svariati scenari di rischio, adottando tecniche di soccorso sempre più complesse.
Oltre alla tecnica di soccorso, conta tanto anche l’allenamento fisico/muscolare del cane: bisogna infatti tener conto che un cane ben allenato dovrà essere in grado di sostenere il nuoto per almeno 50 minuti o trainare un gommone con almeno 4/5 occupanti.
Per quanto riguarda le razze, le più indicate sono quelle con spiccata propensione al lavoro in acqua data dalla loro genetica, vale a dire Terranova, Labrador Retriever e Golden Retriever. Però nel tempo siamo riusciti a portare al brevetto anche pastori maremmani, pastori tedeschi ed anche meticci.
A che età deve cominciare il cane?
Come in tutte le attività cinofile, prima si comincia e meglio è. Diciamo che l’età ideale è intorno ai 4 mesi, in modo da poter lavorare bene sull’edicazione di base, l’obbedienza e poi le tecniche di soccorso in mare vere e proprie.
Il corso per cani bagnino è aperto a tutti?
Sì, il corso è aperto a tutti, ma per poter portare il cane all’esame e diventare unità cinofilia da salvataggio operativa, è necessario che anche il conduttore sia in possesso del brevetto di bagnino in corso di validità e rilasciato dalla Società Nazionale di Salvamento Genova.
Per chi invece non ha intenzione di diventare soccorritore operativo, in Italia esistono svariati club e associazioni che organizzano brevetti di tipo sportivo. Sono sostanzialmente delle gare per cani da lavoro in acqua, in cui non è necessario che il conduttore sia brevettato come bagnino di salvataggio.
La vostra sede è a Follonica, nota località di mare. Svolgete sevizio di vigilanza in quel tratto di mare?
Solitamente sì, ma è capitato che anche altri comuni limitrofi abbiano chiesto il nostro supporto in spiaggia.
Da 5 anni, abbiamo una convenzione con il Comune di Follonica per il servizio di soccorso su un tratto di spiaggia sprovvista di torrette. Sono circa 800 metri di spiaggia, di cui un tratto adibito a dog beach, sotto il nostro controllo. Purtroppo in questa stagione estiva, causa emergenza COVID-19, abbiamo dovuto interrompere le attività addestrative a Marzo.
Pertanto, non potendo garantire la massima efficienza delle unità cinofile, questa estate abbiamo deciso di non prendere servizio in spiaggia.
Ti è mai capitato di prestare soccorso con uno dei tuoi cani?
Sì, mi è capitato più di una volta sia con la mia terranova Dafne (che da 2 anni non c’è più) che con Cesare, suo figlio. Più volte siamo intervenuti in soccorso dei bagnanti a Baratti, a Castiglione della Pescaia e a Punta Ala.
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E’ un’attività remunerartiva quella di unità cinofila da salvataggio?
Per noi della Società Nazionale di Salvamento Follonica, decisamente no. Ma ne siamo ovviamente consapevoli. Facciamo parte della Protezione Civile, siamo volontari e svolgiamo i nostri compiti in modo del tutto gratuito per la salvaguardia della vita in mare ed il bene della collettività.
Un’ultima domanda per chi decide di trascorrere del tempo in spiaggia con il proprio cane. Quali consigli puoi dare?
Sicuramente, da bagnino, consiglio di leggere le ordinanze balneari del comune in cui si è deciso di portare il cane ed individuare quali siano le eventuali dog beach presenti ed i regolamenti di accesso.
In Toscana, ad esempio vi sono tantissime spiagge dog friendly. Poi, è necessario attrezzarsi al meglio per garantire al cane il massimo benessere in spiaggia: evitare le ore più calde, farlo stare il più possibile sotto l’ombrellone, avere sempre acqua fresca a disposizione ed eventualmente un kit di primo soccorso per il cane, magari allestito in precedenza sotto consiglio del proprio medico veterinario.
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