Il caffè è per gli italiani non solo un’amata bevanda, ma rappresenta una radicata cultura, un’abitudine insita nella vita di ognuno, un vero e proprio immancabile rituale che porta con sé uno strascico di emozioni.
Il caffè è diffusamente noto esclusivamente come bevanda, ma in realtà esso, prima di subire la trasformazione in polvere, è un frutto chiamato Drupa che nasce dalla pianta del Coffea, un vegetale delicato che sopravvive solo entro determinate temperature, diffuso prettamente in Etiopia.
Proprio a causa della necessità di una temperatura ideale che raggiunge e non supera i 20°, le zone in cui viene coltivata tale pianta sono principalmente quelle equatoriali e tropicali come alcune regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Centro-Meridionale.
È proprio da questa pianta che probabilmente deriva il termine caffè. I maggiori produttori ed esportatori di caffè sono ancora oggi il Vietnam, il Brasile, l’Indonesia e la Colombia. Nel XVI secolo il caffè è stato esportato nel Medio Oriente, in Persia e nell’India meridionale, per continuare a diffondersi poi in tutta Europa grazie ai mercanti delle principali città del Medio Oriente.
Solo nel XVII secolo il caffè è giunto in Italia, a Venezia, dove nel 1720 è stata inaugurata la prima sala da caffè denominata Florian, inizialmente considerato un bene di lusso in Italia e nel resto d’Europa, accessibile solo ai nobili.
Ben presto il caffè è stato immesso nel mercato e reso fruibile da tutti e nel Settecento hanno iniziato a diffondersi su larga scala, in molti paesi, le caffetterie, inizialmente non aperte però a tutti ma solamente ai ricchi.
Cos’è una miscela di caffè e come è composta?
Con il termine miscela indichiamo l’accostamento di più tipologie di caffè di origine differente. Esistono tante varietà di caffè, ma possiamo ricondurre a quattro tipologie quelle principalmente coltivate e diffuse nel mondo, ognuna delle quali racconta una propria storia: la Coffea Arabica proviene dal sud dell’Etiopia.
La Coffea Arabica è tradizionalmente quella più antica, conserva un sapore piacevole e morbido e la sua diffusione è stata resa possibile in particolare grazie agli arabi, come possiamo intuire dal suo stesso nome; la Coffea Canephora, nota più comunemente come Coffea Robusta, è piuttosto economica, viene coltivata soprattutto in alcune aree dell’Africa e dell’Indonesia, vanta un gusto forte e deciso, ed essendo ben resistente alle patologie delle piante si rivela adatta ad essere coltivata in terreni diversificati.
La Coffea Excelsa è stata scoperta solo nel 1904, mantiene un gusto forte e aromatico e viene coltivata esclusivamente nella regione del Ciad, in Africa orientale, di conseguenza risulta piuttosto rara da trovare e molto costosa; infine la Coffea Liberica, originaria della Liberia, rappresenta la più rara tra le varietà citate, assume un gusto particolare, è stata scoperta intorno alla fine dell’Ottocento e viene maggiormente esportata e consumata nei paesi scandinavi.
Una miscela viene realizzata combinando queste diverse tipologie di caffè ed equilibrandone i sapori sulla base dei personali gusti del consumatore, generalmente mettendo insieme note decise insieme ad altre più delicate, come propone Mokabar che offre la possibilità di scegliere tra diverse intensità di caffè, al fine di creare un prodotto gradevole al palato e apprezzabile da un ampio numero di persone.
La migliore miscela di caffè che caratteristiche deve avere
Al fine di ottenere una buona miscela di caffè, oltre a prestare attenzione alla qualità della materia prima utilizzata, è importante considerare degli ulteriori fattori.
Tra questi citiamo le due fasi di miscelazione e tostatura, riconosciute come arti complesse, che richiedono una grande abilità nell’esecuzione se si ha come obiettivo quello di ottenere un buon risultato.
Per quanto riguarda la materia prima, è importante conoscere l’origine di ogni singolo chicco di caffè, avere una chiara idea sul modo in cui questo reagisce nella fase di tostatura e della sua eventuale compatibilità con altre tipologie di caffè, al fine di potere ottenere un perfetto e gradevole equilibrio tra i vari sapori.
Nella fase di miscelazione diventa necessario tenere sempre attentamente conto della qualità dei prodotti che si hanno a disposizione, così come nella fase di tostatura, la quale richiede tempi e temperature particolari per ogni caso unite ad una particolare competenza e abilità nell’effettuarla.
In Italia sono la 100% Robusta, dal gusto deciso e corposo, che nasconde un retrogusto amaro dovuto alle elevate quantità di caffeina presenti al suo interno e la 100% Arabica, molto rinomata, meno intensa della prima, contenente una quantità inferiore di caffeina e di conseguenza essenzialmente dolce e in grado di dare vita a un caffè dal sapore intenso e ricercato, ad essere considerate le migliori miscele.
È proprio dalla combinazione tra le due varietà Arabica e Robusta che nasce la più amata e diffusa miscela in Italia, che può arrivare a infondere un perfetto equilibrio tra un sapore deciso ma al tempo stesso piacevole e delicato legato alla presenza e alla percentuale dei chicchi utilizzati.
Una certa attenzione è posta inoltre verso le miscele decaffeinate, ottenute a partire da una base di caffè decaffeinizzato lavorato attraverso un metodo naturale che utilizza prevalentemente anidride carbonica.
Il gusto del caffè italiano in viaggio. A patto di avere la moka!
Per gli italiani il caffè diventa, come abbiamo detto, un rito irrinunciabile che conferisce al consumatore un vero e proprio piacere, così anche quando si viaggia e ci si allontana dall’Italia, per potere godere di un caffè ottimo come quello a cui si è sempre abituati, risulta fondamentale trovare una soluzione alternativa.
L’espresso che nel nostro Paese è diventato infatti una vera cultura, ma in molti Paesi non è percepito come tale e si prediligono altre tipologie di caffè sulla base del luogo in cui ci si trova: l’Americano, lo Shakerato, l’Irish, il Viennese, il Macchiato, il Marocchino, presenti anche in Italia ma non particolarmente favoriti.
Ad arricchire la cultura del caffè in Italia è la Moka, grande scoperta e indiscusso simbolo della passione per l’espresso. Essa è stata progettata da Alfonso Bialetti nei primi anni del Novecento e il suo nome deriva dalla città Mokha, situata nelle coste dello Yemen, principale produttore di caffè dal quale deriva anche la varietà Arabica.
L’idea nacque nel momento in cui Bialetti osservò sua moglie fare il bucato nella lisciveuse, antico recipiente dotato di un tubo d’acciaio con un foro in cima utilizzato a tale scopo, in cui i vestiti venivano riposti e poi riscaldati a partire dalla base.
Grazie all’attenta osservazione del funzionamento di tale strumento egli ideò la Moka Bialetti, la prima caffettiera, inizialmente proposta come prodotto di nicchia e utilizzata solo dai reali intenditori, invenzione grazie alla quale venne rivoluzionato il modo di fare il caffè.
La Moka Bialetti è stata originariamente progettata e conseguentemente realizzata con una forma ottagonale, mantenuta ancora oggi, costituita da una base che serve a contenere l’acqua, un filtro all’interno del quale introdurre il caffè macinato e una parte superiore nella quale compare, pian piano una volta messo sul fornello a fiamma preferibilmente bassa, il caffè liquido pronto per essere gustato.
La Moka viene principalmente utilizzata ad uso domestico, ma a causa della mancanza della cultura dell’espresso e della caffettiera in altri paesi, molti italiani durante i loro viaggi all’estero la portano in valigia in modo da non dovere rinunciare all’eccellenza del caffè italiano, tanto che ne sono state prodotte diverse tipologie appositamente pensate per gli spostamenti.